Gay & Bisex
Il ragazzo della mia migliore amica [pt. 2]
di alchest
13.03.2013 |
16.207 |
3
"Ma era tardi, a breve sarebbe tornata Francesca e lui doveva tornare a casa dalla moglie..."
La storia è similvera,suddivisa in più parti. Sono successe alcune cose, altre sono la mia fantasia.. Ovviamente non dico quali e non metto nomi veri;)2012, estate. Io e Francesca siamo sempre molto amici, lei ora convive con Luca in un normalissimo appartamento a 2minuti da casa mia. L'estate ci divertiamo moltissimo: lei disoccupata e lui con orari flessibili e weekend liberi, ci divertiamo soprattutto nei weekend ad andare al mare o in montagna. Siamo tutti diventati molto amici ma, come già detto nel primo racconto, Luca ed Edo hanno litigato e non si parlano da più di un anno.
Io, crescendo, ho avuto molte esperienze. Non sono più un ragazzino timido, ma parlo molto di più, soprattutto della mia sessualità e dei miei incontri. Questo ha sempre reso partecipi sia Luca che Francesca, i quali scherzavano spesso sull'argomento sesso; ad esempio Luca ogni tanto, da buon eterazzo qual è, lanciava battute tipo "Oh Fra stasera mi fai una pompa eh" e lei, da tipica ragazza tamarra e che mette i piedi in testa a tutti rispondeva sempre "Mi hai chiuso con ste pompe, cucina e pulisci così vedi che la sera te le meriti le pompe". Io me la ridevo spesso, ma loro mi mettevano in mezzo perché Luca voleva che rendessi Francesca meno frigida, che la convincessi a starci di più, a giocare nel sesso o anche solo a migliorare la tecnica nel sesso orale. Capitava anche che io lanciassi palesi frecciatine a Luca, mi piaceva vederlo imbarazzato.. E Francesca stava sempre al gioco, dicendomi cose del tipo "Ma pigliatelo, non fa mai un cazzo, è solo bravo a bere vino, giocare alla play e chiedermi pompe. Un giorno lo lascio, giuro!" io sapevo scherzassero, quindi partecipavo sempre ai giochi "Ma dovresti vantarti di avere un uomo così! E' maschio, devi esserne fiera!" "Ma se ieri mentre eravamo a letto mi ha tirato uno schiaffo perché credeva fosse eccitante? Minchia lo ribalto, la prossima volta che lo fa!" e io ancora "Ma beata te! L'uomo deve essere dominante, rude, deve sentirsi il padrone" Luca rideva in un misto di imbarazzo e orgoglio maschile.. Tutti ce la ridavamo, ma in realtà io invidiavo davvero tanto Francesca..
La sera, ad esempio, ci guardavamo film a casa loro: io ero sul divano, appoggiato allo schienale, Luca sdraiato sempre mezzo addormentato stanco da lavoro e Francesca puliva o sistemava. Luca ha un corpo stupendo: glabro, definito, corporatura massiccia da ex sovrappeso che lo rende quasi muscoloso anche se non va in palestra..E ha degli adorabili piedi. Io non sono amante dei piedi, ma i suoi, con calze o meno, mi hanno sempre fatto un gran sangue.
Le sere si susseguivano, i rapporti si consolidavano..e anche se sapevo che Luca era fermamente etero, io nutrivo una fortissima attrazione fisica per lui.
Un giorno Francesca, ricevette la triste notizia di una zia mancata, ormai in cura da giorni. Io le stetti vicino quanto più possibile, presenziai sia al rosario che al funerale. Conobbi alcuni parenti e nella folla c'era ovviamente la cugina Lorella, la figlia della zia venuta a mancare: la salutai, diedi le mie condoglianze e mi presentai al fidanzato, Fabio, di cui avevo solo sentito parlare fino a quel momento. Un ragazzo niente male, che Lorella bella com'è, si merita. Tra ragazzi, durante la cerimonia, ci si annoiava un pò. Luca, Fabio ed altri ragazzi che in chiesa erano rimasti vicino alle fidanzate e amiche, si erano distanziati un pò per chiacchierare e probabilmente distrarsi da quell' aria di tristezza che si sa, agli uomini proprio non piace.
Io sostenevo la mia amica Francesca, ma buttavo sempre un occhio su Luca. Su quant era bello, con quella faccia seria in una giornata che, anche se triste e malinconica, aveva un sole abbagliante che illuminava i suoi fantastici occhi azzurri. Ci dirigemmo al cimitero e dopo la sepoltura, vennero tutti a casa di Francesca, Lorella e Fabio compresi: erano tutti affamati, per aver speso tutte le energie della giornata, quindi si misero a mangiare alcuni panini. Io mi sedetti vicino a Fabio, l'unico posto libero. Sia lui che Lorella, nonostante la situazione, si mostravano tranquilli e sorridenti, per cercare di non ricadere in quella brutta atmosfera, forse.
Sbirciando sul telefono di Fabio, che emetteva suoni familiari, lo vidi concentrato in un gioco che conoscevo benissimo e in cui ero anche piuttosto forte. Subito, per dialogare un pò con qualcuno, attaccai bottone dicendo "Grande, amo sto gioco! Dimmi il tuo nick che ti rovino un pò!" cominciammo a sfidarci ma lui, arrivato il suo panino mi disse "Finiremo la nostra partita eh, ne hai vinta una ma ti batto sicuro alla prossima!". Prendemmo confidenza, ma ci unimmo al discorso comune di tutti, dopo che ci avevano dato dei 'fissati col telefono' e 'associali'.
Due giorni dopo, mi arriva la notifica del gioco "Diavolo81 ha giocato la sua partita, è il tuo turno" e io, fanatico come sono, subito risposi alla sfida, vincendo la partita. Il gioco è dotato di una chat privata tra giocatori, giusto per dare l'occasione o al perdente di insultare il vincitore, o al vincitore di sbeffeggiare il perdente. Ricevetti un messaggio da lui che diceva: "Bastardo hai vinto anche questa, ancora una dai!" "Se ci tieni a perdere, ok" gli risposi. Ne cominciammo un'altra e vinsi di nuovo, sta volta però gli scrissi io "Grazie a te ho sbloccato il premio per i 50avversari battuti, grazie!" "Quanto vorrei romperti il culo in questo momento". In un istante, dentro me, due persone si combattevano: il fanatico dei giochi pensava -Tanto non ce la farai mai-, ma il gay pensava -Magari me lo rompessi- . In ogni caso, gli risposi con un normale "Ti piacerebbe! ahaha" e continuammo con altre partite nella giornata.
Da qualche mese, Francesca, aveva trovato lavoro in un negozio che la teneva lontana da casa tutto il giorno per cui io le badavo al cane stando a casa loro. Mi arrivò un messaggio da lei, che diceva "Oggi passa Fabio da casa, deve prendersi dei cataloghi da dare a Lory, aprigli pure!"
Nel pomeriggio, come da avviso, Fabio suonò il campanello. Entrò in casa e si sedette al tavolo, chiedendomi se sapevo come fare un caffé. Glielo feci, chiacchierammo un pò, io ero alla play quindi attacammo discorso sui nostri giochi preferiti. Dopo poco cominciò a stiracchiarsi. "Ti annoio così tanto?" "Figurati, sono stanchissimo perché è tutto il giorno che sono fuori... Avrei voglia di una dormita..." "Fattela, io gioco alla play, se non ti da fastidio il rumore della partita..tu a me di certo non ne dai" "Con il sonno pesante che ho, non mi sveglierebbe nemmeno una cannonata.." tipica risposta, pensai. Si alzò in piedi, si tolse le scarpe e mi disse "Ti spiace abbassare solo un pò le tapparelle? Con la luce non dormo mai.." e sbadigliò ancora. Mentre mi dirigevo alle cinghie delle serrande gli dissi "Con tutti sti sbadigli, tocchi cuscino e vai in coma!" mi girai e lui era in mutande, con la maglietta addosso. Io rimasi un attimo spiazzato e lo guardai.. "Che c'è? Scusa, dormo in mutande.. Fa un caldo boia!" e si sfilò anche la polo, azzurra come i suoi occhi, lasciandomi godere la vista del suo fisico scolpito. "Sti cazzi, andare in snowboard ti fa questo effetto?" "Ma che, sono un ex nuotatore...anche se ormai con la panza" in effetti, aveva delle spalle giganti, dei bellissimi pettorali, ma un pò di pancia che a me comunque non dispiaceva affatto. Si sdraiò di getto sul divano e ad occhi chiusi e la faccia schiacciata sui cuscini del divano mi disse "buona notte eh!" e io sorridendo ripresi la mia partita.
Dopo una ventina di minuti, si cominciò a girare: pancia in su, braccio dietro la testa e gamba alzata.. Io buttai subito l'occhio, nelle mie mutande c'era un trionfo d'ormoni.. Mamma mia che vista! Cercai di distrarmi ma inutilmente, ogni volta che lui sospirava mi giravo a guardarlo e l'ormone ripartiva. -Devo fare qualcosa- pensai. Presi il telefono, dovevo almeno scattare una foto, per ricordarmi quel bellissimo corpo. Ma poi pensai che il mio telefono in qualsiasi modalità, anche silenziosa, allo scatto della foto faceva un rumore assurdo che sicuramente lo avrebbe svegliato. Decisi così di fare un video, nessun suono e più particolari da riprendere. Posai il joystick, puntai il telefono e cominciai a riprenderlo, nel suo sonno profondo, inquadrando dalle sue gambe massicce fino al boxer americano che lo rendevano dannatamente sexy. Mi alzai un pelo per riprendere anche il busto, ma il telefono mi scivolò colpendogli una gamba; lui si svegliò di scatto, afferrando il telefono come se si fosse addormentato al turno di guardia e si fosse svegliato vigile sul bersaglio. -Sono fottuto- pensai, e arrossì all'inverosimile. "Mi vuoi uccidere nel sonno?" mi chiese con voce roca "Scusa, mi è scivolato" cercai di prenderlo, ma lui girò il telefono "Cazzo, devo aver premuto qualcos...a" si accorse che c'era un video in registrazione, che andava avanti da più di 3minuti. "Perché sto video è a 3minuti? Che stavi facendo?" si alzò poggiando la schiena sui cuscini e con gli occhi ancora socchiusi cercò di guardarmi, anche se dalle tapparelle trapelavano i raggi solari colpendolo in viso fino al torace. "Sì, stavo facendo un video...alla partita" mi inventai, ma lui subito "mpf, non ci credo...tu stavi facendo un video a me..." e mi sorrise. Allora annuì, rivelandogli che stavo riprendendo lui. "Ti piace il mio corpo?" avevo avuto esperienze, non ero un pivellino, eppure le sue domande mi imbarazzavano talmente tanto da farmi tenere la testa abbassata. "Sì, molto.. sei molto bello, scusami" "Non ti devi scusare, non c'è problema..." si avvicinò alzandomi il viso con la sua mano calda e, abbassando la sua testa per guardarmi negli occhi aggiunse "che bella schiavetta che sei...adesso ti faccio io un bel video" si sdraiò di nuovo, con il mio telefono in mano: stoppò il video precedente e ne iniziò uno nuovo. "Dai, al 3parto col video, soddisfami a pieno. 3...2...1..." sentii il bip dell'inizio video e, ancora confuso e spiazzato, mi avvicinai timidamente al suo corpo. Baciai i suoi piedi, massaggiando la pianta e cominciando a prendere coraggio li leccai. Salì sulla gambe, massaggiando la coscia dura che si contraeva mentre premevo sui muscoli. Ancora baciando le gambe, feci scorrere le mani fino ad entrare in quel boxer americano largo che purtroppo non mi lasciava intravedere nulla del suo sesso; decisi quindi di tastare. Le mani arrivarono ai testicoli, due grossi e pendenti testicoli che davano inizio ad uno di quei piselli lunghi e spessi, con il corpo cavernoso centrale prorompente e una cappella che seguiva la linea di larghezza. Al solo toccarlo, impazzì, alzai la testa e pensai -mi ci butterei a capofitto- ma poi preferii continuare a toccarlo, massaggiare quel torace caldo e i capezzoli duri. Salì, li leccai, baciai tutto il suo corpo; lui allontanò un secondo il telefono e mi tirò la testa a sé. Fece per baciarmi, rimase un attimo distante.Si mise a sorridere e aprendomi la bocca con un dito, ci sputò dentro. Fu lì che esplosi, deglutendo la sua saliva andai lentamente giù, anche se sarei voluto andarci come una furia.. Arrivai all'addome, volevo far esplodere anche lui. Così giocai con bocca e lingua sul suo inguine, leccando le palle, passando le dita tra l'addome e il perineo.. Lui ansimava tantissimo, non avevo ancora il suo cazzo in bocca e lui già ansimava: avevo ottenuto ciò che volevo. Preso il boxer, lo tirai giù e presi fino in gola il suo cazzone senza curarmi del fatto che fosse troppo grosso per prenderlo tutto. Lo buttai fino in fondo, sentendolo entrare in gola e lui scattò quasi a chiudersi su di me lanciando un gemito fortissimo "Cazzo vacci piano o ti schizzo tutto già ora!" mi disse.. E io, per sfidarlo, continuai ad andare fino a fondo, più che potevo, anche se prenderlo tutto era decisamente impossibile. "Che pezzettino di merda che sei" mi disse, alzandosi sulle ginocchia "Mettiti in ginocchio, per terra" subito scesi dal divano e mi mise davanti a lui, in ginocchio a bocca aperta guardandolo "Adesso te la do io una sfida ad un gioco diverso", mi prese la testa e riprese a farselo succhiare, a fondo, decidendo lui la profondità e la velocità. Sentivo le sue palle sbattermi sul mento, aprii quindi la bocca e tirai fuori la lingua. Questo mi impedì di prendere qualche centimetro in più in gola, ma a sentisi leccare le palle lui godeva di più. Si piegò su di me, mi mise una mano nei pantaloni, ma io anche se costretto in un piccolo spazio continuavo a succhiare. Mi entrò nello slip, arrivando al buco per stimolarlo, mentre tirava giù il pantalone per guardarmi meglio il culo ansimando disse "Questo la prossima volta è mio, ma per adesso..." si rialzò e tirò fuori il cazzo dalla bocca, cominciando a menarselo. Io un pò deluso gli chiesi "Perché ti meni? Fai fare a me" e lui "Sto per venire, ecco perché" "Ti prego, fai fare a me" gli dissi, e lui con un ghigno di piacere tolse la sua mano e mi lasciò fare..Ripresi a succhiare, il tempo di pochi secondi prima che mi dicesse "Ci sono", succhiai forte e all'ultimo...Bam, andai fino in gola e lo sentii fluire tutto. Lui si lasciò andare ad una bestemmia e continuò a spingermelo sulla lingua.. soddisfatto, svuotato. "Porca troia possibile che non ne vinco una? mi hai stracciato anche sta volta!" e io ridendo alla battuta gli dissi "Beh se tu sei il boss di fine livello, mi impegno al massimo per batterti".. Rise... "Sei una cazzo di schiavetta eh...troia che non sei altro" i suoi insulti mi piacevano un sacco, avrei voluto ricominciare... Ma era tardi, a breve sarebbe tornata Francesca e lui doveva tornare a casa dalla moglie.
Abbiamo continuato a fare partite dal cellulare, quella chat era l'unico modo sicuro per sentirci e farmi dare ancora della troia con la scusa di una partita persa.
3mesi dopo Edo si è sposato, mettendo via i dissapori, ha scritto a Luca chiedendogli di recuperare il rapporto; Luca accettò, dicendomi che presto sarebbe venuto a casa sua e che voleva ci vedessimo tutti assieme per ricordarci i vecchi tempi. Ovviamente, non sarei mancato all'appuntamento.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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